I Deserti
Rappresentano circa il 20% della superficie terrestre ed è sbagliato pensarli composti di sola sabbia.
Esistono infatti 6 tipi di deserto: alcalino, sabbioso, roccioso, su altopiano roccioso e montuoso.
Nonostante le differenze tutte le aree desertiche presentano delle caratteristiche simili.
Mancanza d'Acqua
Nei deserti non c’è acqua, le precipitazioni variano e le piogge sono sempre imprevedibili.
Per questo motivo si manifestano spesso delle inondazioni lampo, i letti di fiumi normalmente asciutti si riempiono improvvisamente d’acqua che scorre velocemente.
Assenza di Vegetazione
La vegetazione è ovviamente scarsa e le piante esistenti si sono adattate difficilmente alle dure condizioni del deserto. I tipi di piante che si incontrano fanno capire a quale profondità si trovano le falde acquifere e danno chiare informazioni dell'ambiente in cui ci troviamo.
Le palme per esempio indicano presenza d’acqua ad una profondità tra i 60 ed i 90 cm.
Il pioppo nero americano e il salice fanno presumere che l’acqua si trovi tra i 3 e i 3,6 metri.
La salvia volgare e i cactus non sono invece affidabili come indicatori.
Temperature Estreme
Le temperature nel deserto variano a seconda della latitudine.
Nel deserto del Gobi ci sono temperature che arrivano a -10° in inverno, mentre nella stessa stagione il termometro nel deserto del sale arriva fino a +58°. I raggi solari non trovano ostacoli su queste regioni e la temperatura nelle ore diurne è molto alta; d’altro canto, durante la notte scende rapidamente e la superficie si raffredda.
Brillantezza Solare e Luce Lunare
La densità delle nubi in cielo è straordinariamente bassa e questo rende i raggi solari particolarmente luminosi e le notti illuminate dalla luna particolarmente chiara.
Tempeste di Sabbia
Nel deserto i venti raggiungono velocità da ciclone, sollevando dense nubi di polvere e sabbia che riducono a zero la visibilità e sono fisicamente insostenibili.
Miraggi
Sono la conseguenza della rifrazione dei raggi solari attraverso l’aria surriscaldata che sale dalla superficie di roccia e sabbia rovente e si hanno quindi facilmente dei miraggi, di norma, quando si guarda controluce. I raggi solari distorcono le immagini degli oggetti, in particolare verticalmente. Per effetto dei miraggi si crede di vedere montagne e laghi, colline, guadi e oasi.
Costruire nel Deserto
Popolazioni nomadi abitano il deserto, costruendo villaggi con strutture facilmente trasportabili e in alcuni deserti si possono ammirare magnifiche architetture costruite dall’uomo nei secoli.
Anche l’architettura contemporanea ha sfidato le difficoltà del deserto, realizzando edifici o città che rappresentano veri e propri capolavori.
Ne sono esempi: Arcosanti, città nel deserto dell’Arizona progettata nel 1970 da P. Soleri per studiare l’arcologia (architettura e ecologia);
Kaufmann Desert House a Palm Springs, in California, che R. Neutra disegnò per enfatizzare la connessione con il paesaggio desertico;
Taliesin West, realizzata nel 1937 a Scottsdale, in Arizona, da F.L. Wright come sua dimora e ideata in completa armonia con l’ambiente del deserto.
Non a caso l’architettura sostenibile guarda anche all'ambiente desertico per evolvere e superare i propri limiti. Impiegando le potentissime risorse che esso regala ( come il sole ); e cercando soluzioni per ovviare a quello che non offre ( come l’acqua ) e godendo dell’atmosfera di quiete di cui è pervaso.
Vastissime porzioni del pianeta sono desertiche, e trovare soluzioni per abitarle potrebbe risolvere diversi problemi di urbanistica
All’interno del Parco Nazionale del Joshua Tree, California del Sud, che Blue Homes ha progettato un’abitazione prefabbricata che, tra le varie soluzioni ecologiche adottate, crea un angolo di 90 gradi tra i suoi moduli in modo da provvedere a creare una zona d’ombra importante; un impianto fotovoltaico garantisce l’approvvigionamento elettrico, mentre i materiali degli interni, come il bambù utilizzato per il pavimento, garantiscono la stabilità termica.
Nel deserto del Mojave EcoTech ha costruito una villa composta da container navali, il cui tetto è un giardino di piante locali che assorbono il calore, le queli vengono idratate da un sistema di riciclo della acque di scarico, mentre le pareti con triplo isolamento garantiscono un clima piacevole all’interno.
A tale proposito, la casa di Aaron D’Innocenzo, architetto, situata sempre nel deserto del Mojave è studiata per essere passiva, ovvero rimanere fresca anche senza l’utilizzo di impianti di raffreddamento classici. I materiali scelti e l’esposizione della casa garantiscono un clima piacevole tutto l’anno.
In molte di queste aree aride dell’America un tempo abitavano i nativi, che già conoscevano diverse tecniche di edilizia adatta all’ambiente e realizzata con risorse locali. È ispirandosi alle loro abitazioni che gli studenti dello Utah Graduate College of Architecture and Planning, in collaborazione con Design Build Bluff, hanno realizzato una casa per una donna Navajo e i suoi figli. L’edificio è composto principalmente di terra cruda, sabbia e paglia, compattati insieme sotto forma di mattoni, ed è sollevato dal terreno per garantire ventilazione naturale; la posizione sopraelevata ha permesso anche di scavare una stufa da utilizzare nei mesi freddi. L’acqua piovana viene raccolta in cisterne e all’occorrenza riscaldata attraverso pannelli solari.