Il Bambù (dall'inglese Bamboo) appartiene alla famiglia delle Graminaceae (Poaceae), la stessa di mais, grano, riso; molti sono i tipi di bambù, più di 100 i generi e oltre 1400 specie, dalle tropicale a quelle che ben si adattano anche a climi temperati e freddi.
Originario delle regioni tropicali e sub-tropicali per lo più dell'Estremo Oriente, ritroviamo specie spontanee anche in Africa, Oceania e America ma si trova naturalmente anche in zone temperate – fuorché in Europa – a latitudini da 46° N a 47° S, dal livello del mare fino a 4000 metri di altitudine.
L'introduzione del bambù in Italia è attribuita ad un botanico toscano prof. Orazio Fenzi ed è datata 1884; il senatore emigrò in California nei primi del '900 per creare un'azienda per l'acclimatazione di specie che aveva raccolto in giro per il mondo. Piante a portamento arbustivo, sempreverdi, molto vigorose, i bambù possono essere alti da pochi centimetri fino a 40 metri di altezza e 30 cm di diametro, come nel caso del Dendrocalamus giganteus.
Variegata ed ampia è anche la gamma di forme e colori: si possono incontrare bambù di colore giallo, nero, a strisce, rampicanti e persino spinosi. Il genere Phyllostachys è sicuramente quello che detiene il record di presenze in Italia. Si narra che il bambù sia la prima pianta ad essere rinata sui suoli di Hiroshima e Nagasaki dopo il loro bombardamento atomico.
Il bambù è una pianta perenne, sempreverde, dalla crescita spontanea, rapida.
Non ha bisogno di essere seminata, annaffiata, concimata. Un bosco di bambù si sostiene e si propaga autonomamente, rigenerandosi all'infinito. Il suo fitto tessuto radicale costituisce un rimedio naturale a rischi di smottamento, frana, dilavamento del suolo. La superficie foliare di un bosco di bambù è un tripudio di assorbimento di anidride carbonica e rilascio di ossigeno. Fitta come poche altre, verde tutto l'anno. Molte specie di bambù possono crescere e già crescono anche in Italia.
Struttura della pianta
A livello strutturale i bambù sono composti essenzialmente da tre parti: il sistema sotterraneo di rizomi (radici), il culmo (canna), ed i rami, tutte formate secondo uno stesso sistema di serie alternate di nodi ed internodi. Con la crescita della pianta, gli internodi, dapprima avvolti l’uno sull’altro, si allungano fino a raggiungere la massima estensione che manterranno per tutto il corso della loro vita (simile ad un cannocchiale telescopico). I nodi, detti anche diaframmi, separano gli internodi e solitamente contengono una gemma dormiente che potrà svilupparsi in un ramo nel caso dei culmi, in un nuovo tratto di rizoma nell'ambito sotterraneo.Acciaio vegetale
È nelle costruzioni, antiche e contemporanee, tuttavia, che il bambù esprime tutte le sue potenzialità. Oggi è impiegato in edilizia principalmente in Asia e in America Latina, ma è scontato che in futuro conquisterà anche maggiormente l'Europa e il Nordamerica.In alcune specie lo spessore del culmo (il fusto delle graminacee) può arrivare fino a 30 millimetri e il suo diametro fino a 30 centimetri, con altezze che possono raggiungere i 40 metri.
Cavo e leggero, il bambù ha straordinarie proprietà meccaniche: la resistenza a tensione delle sue fibre può toccare i 12.000 kg/cm2, quasi due volte quella dell'acciaio e supera addirittura il calcestruzzo nella resistenza a compressione.
Sta diventando sempre più competitivo sul mercato delle costruzioni green e per le sue caratteristiche un laboratorio di ricerca di Singapore costituito da un team svizzero-asiatico, il Future cities laboratory, in collaborazione con l'Istituto federale svizzero di tecnologia di Zurigo, sta testando il bambù nel calcestruzzo armato, proprio al posto dell'acciaio.
Il bambù consente di realizzare strutture eccezionalmente leggere, ovvero minimizzando la quantità di materiale a parità di resistenza meccanica rispetto ai materiali convenzionali come: l’abete rosso, l’alluminio, il Kevlar e l’acciaio. Tale criterio progettuale risulta estremamente sostenibile.
L’architetto statunitense Richard Buckminster Fuller (Massachusetts: 1895-1983) focalizzò i sui esperimenti sul bambù in quanto, essendo una risorsa rapidamente rinnovabile ed economica, lo riteneva la migliore alternativa sostenibile, quindi un materiale da costruzione ideale al quale ispirarsi per progettare massimizzando il rapporto tra resistenza e massa. Per tali motivi, Fuller è ancora oggi considerato un visionario e pioniere della sperimentazione di strutture leggere tese al raggiungimento della perfezione sviluppata da Madre Natura mediante il processo di selezione.
Profondamente consapevole delle risorse limitate del nostro Pianeta, egli dedicò gran parte della sua carriera ad inventare abitazioni sostenibili universali.
Ideò una cupola geodetica per risolvere la crisi degli alloggi del dopoguerra influenzando molti strutturisti dell’epoca ma anche odierni. Egli stesso sperimentò, assieme alla sua famiglia, il comfort della geodetic dome a Carbondale vivendoci per diversi lustri.
Persone come Linda Garland, soprannominata “la regina del bambù“,gestisce anche la Bamboo Foundation che promuove l’utilizzo del materiale in tutto il mondo, spiega che diffondere l’utilizzo del bambù significa anche realizzare alloggi a basso costo perfette in situazioni di emergenza come dopo le catastrofi naturali. La Garland sottolinea molto spesso gli aspetti ecologici del bambù. Il suo rendimento (peso per ettaro per anno) è fino a 25 volte quello del legname.
CanyaViva
Il Team CanyaViva è composta una squadra multidisciplinare formata da architetti, ingegneri, scenografi, artisti, permacultori, paesaggisti e da altre figure professionali non tutte però strettamente legate al mondo delle costruzioni, accumunate dal medesimo desiderio di trovare un equilibrio tra l’ambiente antropizzato e la natura.
Le linee guida del progetto sono poche e semplici:
Studio e conoscenza del territorio e delle risorse,
Collaborazione e condivisione,
Sistema costruttivo con le canne di bambù a km zero.
Il tutto nasce dalla mente dell’architetto inglese Jonathan Cory-Wright che cercava un materiale e una tecnica in grado di realizzare i suoi progetti.
Il metodo costruttivo ideato e sperimentato negli anni prevede l’uso del Bambù per la realizzazione di una serie di archi per la distribuzione delle forze, come una serie di archi gotici che esili ma resistenti permettono di creare una struttura nervata molto ampia e quindi luminosa dando inoltre la possibilità di realizzare tantissimi tipi di strutture differenti impiegando i volumi nei modi più disparati.
Gli studi e le verifiche, che sono in continuo aggiornamento, sono effettuati in collaborazione con l’Escuela Universitaria de Arquitectura Tecnica e Ingeneria de la Edificacion de la Università Politecnica de Catalunya. Il sistema è registrato con licenza Copyleft al fine di promuoverne la diffusione e la rielaborazione. Infatti il Copyleft garantisce all’autore la paternità dell’opera e allo stesso tempo permette ai fruitori l’utilizzo, la diffusione e la rielaborazione del modello sotto la stessa egida. La struttura in bambù di solito viene completata e rifinita con materiali reperiti in loco e contecniche tipiche dell’architettura vernacolare.
CanyaViva, infatti, non si limita all’implementazione del sistema ad archi in bambù, ma si impegna anche nella riscoperta e nell’approfondimento delle tecnologie tradizionali. Inoltre viene promossa e incentivata l’autocostruzione attraverso l’organizzazione di corsi e laboratori.
Sono molto interessanti i Workshop Promossi dal Progetto CanyaViva, e negli ultimi anni l’importanza di costruire in Bambù sta avendo sempre maggior interesse nell’universo architettonico, e prendendo esempio dall’architettura vernacolare orientale e dalla profonda cultura giapponese anche nel Mondo e in Europa vengono realizzate sempre più Architetture in Bambù, che viene utilizzato sia come materiale strutturale che come materiale per decorazioni interne e Design.
Molto interessanti sono i libri che consiglio in Bibliografia che descrivono in maniera abbastanza dettagliata quanto sia meraviglioso e altamente apprezzabile questo materiale anche soprattutto a livello Architettonico; vengono descritte le qualità strutturali del materiale, le modalità di utilizzo del materiale, i vari tipi di giunzioni e le migliori tecniche di messa in opera della materia prima.
Consiglio inoltre di controllare tutta la Sitografia e i loro aggiornamenti periodici per restare sempre informati su tutte le recenti scoperte e sviluppi di questo materiale.
Grandi esempi di Architettura in Bamboo
Nell'installazione realizzata dallo studio Pacific Environments Architects Ltd in Nuova Zelanda il bamboo viene intrecciato e legato anche ad altre essenze come il legno di pioppo lavorato in doghe e la sequoia per le balaustre.Kengo Kuma, nella realizzazione di questo edificio dice di essersi ispirato alla grande e vicina muraglia cinese, che non e' un elemento di scissione con il paesaggio ma vive in simbiosi con esso.
Kuma, da sempre architetto sensibile alle tematiche ambientali, usa il bamboo come materiale da costruzione proprio per sottolineare questa fusione con l'ambiente in cui il costruito si inserisce, impreziosendo la sua creazione con carta di riso, ardesia e vetro.
La modularita' delle canne di bamboo disposte su tutto il parimetro e come partizione interna degli ambienti a seconda del suo essere o meno fitta crea delle visuali ogni volta diverse.
La Mason Lane Farm e' una rivisitazione di una tradizionale fattoria ubicata a Goshen, nell'Indiana, realizzata per la manutenzione e il ricovero delle attrezzature agricole; interamento rivestito di canne di bamboo tenute insieme da fascette in mettallo zincato, creando una griglia che da un'apparenza molto elegante alla struttura e al contempo fornisce gli spazi interni della giusta ventilazione per asciugare il fieno.
Lo studio Tyin Tegnestue, studio norvegese che ha progettato molti progetti eco-sostenibili in Asia, e' stato chiamato a progettare degli alloggi dormitori per i bambini profughi karen a Noh Bo, sul confine tra Birmania e Thailandia; strutture semplici, pulite ed economiche la cui tecnica della tessitura del bamboo, usata sulle facciate posteriori e laterali, è la stessa usata nelle case e nell’artigianato locale.
La maggior parte del bamboo viene raccolto entro pochi chilometri dal posto. La forma speciale del tetto delle case del Soer Ker Tie permette un'efficace ventilazione naturale e allo stesso tempo serve a raccogliere l’acqua piovana. Questo rende la zona intorno al complesso più utilizzabile durante la stagione delle piogge, poiché dà ai bambini un area migliore per il gioco e la vita sociale.
Questo progetto realizzato dallo studio St.Val Architect a Port au Prince (Haiti) e' uno splendido esempio di come possano essere realizzate con questo materiale tanto flessibile abitazioni dalle alte prestazioni; l'ispirazione arriva dalla tradizionale attivita' di fare cesti a forma di bozzolo e dalla necessita' di non aumentare la densita' del costruito svillupandosi in altezza.
Molto simile alle fasce muscolari di un essere vivente, il Museo ZOCALO NOMADIC dell'architetto Simon Velez al tempo della sua costruzione era il piu' grande edificio realizzato in bamboo.
Anche se solo come installazione temporanea nel 2008 a Citta' del Messico, il connubio nella sua costruzione tra bamboo e container ha suscitato un notevole interesse. L'architetto Velez rimane a tutt'oggi uno degli architetti maggiormente specializzato nella costruzione di edifici in bamboo con il suo team di artigiani specializzati.
Altro esempio dell'architetto Vo Trong Nghia e' questo bar eco-sostenibile che non solo ha voluto questo progetto interamente realizzato con fibre e legno di bamboo, ma ha anche applicato tecniche di assemblaggio della struttura tradizionali, senza l'uso di chiodi.
Disegnato dallo studio DSA+s anche questo ristorante all'aperto "Noodle" vuole inserirsi in maniera molto simbiotica con l'ambiente circostante e le grande coperture ad ombrello offrono un vero e proprio rifugio naturale ai visitatori.
Un altri due esempi splendidi di strutture realizzate in bamboo sono il ristorante javanese ubicato a Bali (Denpasar) Mang Engking
e il Bulgari Resort Hotel a Pecatu (Padang padang bay - Bali).
Sempre a nord di Bali da menzionare il villaggio ecosostenibile "Eco Green Village".
Bibliografia
J.J.A. Janssen, Bamboo in building structures, (Tesi di dottorato). Eindhoven, University of Technology, Olanda, 1981.J.J.A. Janssen, Mechanical properties of bamboo. Dodrecht, Olanda: Kluwer Academic Publishers, 1991.
G. Minke, Building with bamboo. Basel, Svizzera: Birkhauser, 2012.
O.A. Arce-Villalobos, Fundamentals of the design of bamboo structures, (Tesi di dottorato). Eindhoven, University of Technology, Olanda, 1993.
M. Fabiani, Bamboo structures: Italian culms as likely resource for green building, (Tesi di dottorato). Ancona, Università Politecnica delle Marche, Italia, 2014.
ISO 22156, Bamboo - Structural design, 2004.
ISO 22157-1, Bamboo - Determination of physical and mechanical properties - Part 1: Requirements, 2004.
ISO 22157-2, Bamboo - Determination of physical and mechanical properties - Part 2: Laboratory manual, 2004.
Sitografia
www.bambuitalia.it
www.completebamboo.com (en)
www.amicideibambu.it
www.verdebambu.it
www.bambuseto.it
www.bambudesign.it
www.canyaviva.com
e inoltre le seguenti interessanti pagine Facebook
Universo Bambù
Associazione Italiana Bambù
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