La Terra è l'unico pianeta del sistema solare in cui è nota la presenza di acqua alla stato liquido in grande quantità, tanto da meritarsi l'appellativo di "pianeta blu".
Le masse d'acqua coprono circa i tre quarti della superficie totale, per un volume totale di circa 1 332 miliardi di chilometri cubi, mentre la restante parte è composta da terre emerse, sia al di sopra che al di sotto del livello medio marino; più precisamente:
superficie totale: 510 065 285 km²
superfici acquee: 361 126 222 km² (70,8%)
terre emerse: 148 939 063 km² (29,2%)
Fino ad oggi
l'uomo ha tentato di contenere l'avanzamento delle acque con barriere, dighe e affini, tentando di strappare quanta più terra ferma possibile dal mare.
Con il 50% del paese situato sotto
il livello del mare, una densità di popolazione tra le più elevate al mondo e
una crisi degli alloggi, le case galleggianti per alcune realtà come i Paesi Bassi, ad esempio,
sono una scelta obbligata.
Per secoli l'Olanda ha
incessantemente cercato di guadagnare a fatica territorio sul mare, costruendo
su terre prosciugate ( i cosiddetti Polder ), protette da un'impegnativa rete
di dighe, pompe, canali e mulini a vento.
Clima
James Hansen,
ex direttore dell’Istituto di studi spaziali Goddard della Nasa, ha affermato
che se la temperatura aumenterà di
due gradi all'anno il livello medio dell’acqua crescerà di circa tre metri. Sostiene inoltre che le calotte polari e la Groenlandia si stanno sciogliendo a un ritmo più
veloce del previsto, causando una ripercussione immediata sul livello del mare
e di conseguenza sulle coste.
Visti quindi gli
ultimi cambiamenti climatici che preannunciano un importante innalzamento del
livello del mare e un aumento di superficie terrestre prossima alla desertificazione, l’evoluzione
e il futuro delle città probabilmente dovrebbero dover essere affrontati in maniera diversa.
Ossia provando
a convivere con l’acqua, senza più contrastarla.
L'idea di vivere sull'acqua non è
nuova né recente, risale persino ai nostri antenati della preistoria, che si
mettevano così al riparo dai predatori sulle loro zattere.
Progetti e Strategie
Non siete d’accordo sul fatto che
probabilmente è venuto forse il momento di cambiare strategia, e di coabitare
con l'acqua piuttosto che fronteggiarla?
«È molto più facile costruire una
casa galleggiante che una casa tradizionale bisognosa di scavi per le
fondamenta», sostiene Koen Olthuis, il giovane architetto olandese fondatore di
Waterstudio, inserito nel 2007 da Time Magazine nell'elenco degli uomini più
influenti del mondo per il suo lavoro sull'acqua come nuovo spazio abitabile.
Per la maggior parte le case
galleggianti sono, infatti, edificate su una zattera.
Olthuis è inoltre l'ideatore di «TheCitadel», il primo complesso residenziale d'appartamenti galleggiante in Europa.
Nel ventunesimo secolo, più della
metà della popolazione mondiale vive lungo le coste. L'architettura di domani
sarà acquatica? Isole artificiali? Case e città galleggianti futuriste come
quelle dell'architetto belga Vincent Callebaut?
Gli architetti fanno a gara per
sviluppare i loro concept, nelle forme più inaspettate e originali. Fioriscono
progetti minimalisti o faraonici, sopra e sotto l'acqua.
Le Megastrutture Galleggianti
Le mega strutture galleggianti sono
delle grandi strutture, appunto, galleggianti sul mare; queste possono essere
ampiamente classificate in due tipi “semisommergibili” o "a pontoni”.
Quelle
semisommergibili presentano una piattaforma rialzata rispetto al livello del
mare e sono adatte per essere costruite in alto mare anche in presenza di onde
alte.
Di contro, le mega strutture galleggianti a pontoni presentano una
piattaforma che galleggia sulla superficie del mare e sono destinate ad essere
realizzate lì dove il mare è “calmo” come in una baia, una laguna o un porto.
Nel 1970 Ingegneri giapponesi costruirono l’aeroporto
“Kansai International” a Osaka, esattamente su un’isola artificiale.
Questo fu l’input iniziale per gli
ingegneri giapponesi e gli architetti navali per realizzare nel 1995 la “Mega
Float” nella baia di Tokyo, progetto pilota per lo studio e la realizzazione di
altri aeroporti galleggianti.
Le Megastrutture galleggianti non danneggiano l’ecosistema marino, non interrompono le
correnti oceaniche, sono facili e veloci da realizzare, possono essere
facilmente rimosse o ampliate, e queste, ovviamente, non sono inoltre influenzate dalle
scosse sismiche in quanto la loro base è intrinsecamente isolata.
La tecnologia delle megastrutture
galleggianti crea inoltre la possibilità di creare mega
isole sugli Oceani; il Lilypad Floating Ecopolis, progettato dall’architetto
Vincent Callebaut, è un esempio di proposta visionaria che permetterebbe di
ospitare parte della popolazione di alcune città del Belgio in un’enorme isola
galleggiante a forma di giglio.
Molte pubblicazioni sono state fatte dallo
studioso Pernice sui concetti di città galleggianti; in Olanda, ad esempio, con
oltre la metà della superficie terrestre sotto il livello del mare, gli ingegneri
olandesi hanno proposto anche come soluzione la realizzazione di una città
galleggiante comprendente centri commerciali e zone residenziali.
Le Visioni Futuristiche
Grand Cancun
Il progetto dell’architetto Richard Moreta Castello, esperto di bioarchitettura, sarà ultimato nel 2020
per il 50° anniversario della nascita di Cancun, in Messico.
Grazie a un
concentrato di tecnologie all’ avanguardia, Grand
Cancun Eco Island potrebbe
essere il primo resort di turismo ecologico di lusso, al mondo, che non sfrutta
i combustibili fossili e risponde al riscaldamento globale.
La grande
piattaforma marina offshore, oltre ad essere autosufficiente, fornirà infatti energia per 87 mila case, sfruttando l’energia solare, eolica e l’energia del
moto ondoso.
La struttura centrale simile a un serpente, rende omaggio alla
leggenda magica del Serpente d’Oro, della tradizione Maya. Le parti
immerse (foto) potranno ospitare camere e appartamenti con vista fondali, e
anche uno spettacolare ristorante sott'acqua.
Saranno presenti alberghi, centri
congressi, centri commerciali, cinema, uffici, e un centro di ricerca per la
biologia marina. Oltre ad essere completamente
ricoperto di pannelli solari, Grand Cancun vanta due turbine eoliche verticali.
L’impianto per la depurazione dell'acqua marina spingerà invece il liquido verso dei
collettori, in grado di separare i corpi solidi galleggianti come la plastica e gli idrocarburi.
Le acque piovane e reflue saranno riutilizzate per
l’irrigazione dei giardini, mentre l’acqua potabile, sarà ottenuta grazie a un
impianto di dissalazione a osmosi inversa.
Risultato? L’isola sarà a zero emissione
CO².
The Ark
L'architetto russo Alexander Remizov
di Remistudio, ha immaginato l’Arca come un modello d’abitazione del futuro, in
grado di ospitare fino a 10 mila persone.
Non è una nuova Arca di Noè, ma è
stata progettata come un edificio bioclimatico indipendente e autosostenibile,
che può essere galleggiante, in vista del previsto innalzamento del livello degli oceani e
altre mega inondazioni, oppure impiantato in diverse zone climatiche e nelle
regioni sismicamente pericolose. Insomma, un edificio a prova di disastri
ambientali annunciati dal previsto cambiamento climatico.
D’altronde è stato
progettato in collaborazione con il programma “Architecture for DisasterRelief”. Progettato anche come hotel, la struttura che si presenta a forma di
conchiglia, in grado di resistere a maremoti, ha un sistema portante d’archi di
legno lamellare e funi d’acciaio che mantiene una distribuzione uniforme del
carico lungo l’intera struttura. Il telaio prefabbricato permette una rapida e
facile costruzione.
L’edificio è rivestito da una pellicola di etile
tetrafluoroetilene altamente trasparente, autopulente, riciclabile, più
durevole, più economico e più leggero del vetro. Il giardino interno offre una
fuga lussureggiante per gli ospiti, simile ad una serra.
L’Arca è una
Biosfera energeticamente autosufficiente. L'edificio è concepito come un
sistema energetico integrato. Oltre alle celle solari fotovoltaiche, il
progetto prevede un generatore eolico e un sistema di raccolta delle acque
piovane.
La forma a cupola favorisce l'accumulo d’aria calda nella parte
superiore dell’edificio, che viene poi raccolta negli accumulatori termici.
Ocean Spiral
Colonizzare lo spazio? Le città del
futuro saranno negli abissi, afferma la società d’ingegneria giapponese Shimizu Corporation, che ha presentato il suo futuristico progetto Ocean
Spiral: Sfere
galleggianti che ospitano intere città, e s’immergono in caso di forte
maltempo. Sarà la nuova Atlantide del terzo millennio?
Una popolazione
mondiale crescente con la diminuzione delle risorse, e il riscaldamento
globale con l’innalzamento degli oceani, richiedono soluzioni sempre più
innovative.
Perché non sfruttare gli oceani, che coprono il 70% della
superficie terrestre? "Questo è un vero obiettivo, non un sogno
Irrealizzabile", ha detto il portavoce Shimizu Hideo Imamura.
Il concept è
radicato nell’enorme potenziale del mare profondo.
L'azienda delinea cinque
ragioni principali per lo sviluppo del progetto:
1 - l'approvvigionamento di pesce;
2 - la produzione d’acqua desalinizzata;
3 - la produzione di energia;
4 - Il
trattamento dell’anidride carbonica;
5 - l'estrazione di nuove risorse dal mare e
dai fondali marini.
Ocean spirale assume la forma di
un’enorme sfera di 500 metri di diametro, noto come Blue Garden, in grado di
ospitare 5000 persone.
Galleggiante, per la maggior parte appena sotto la
superficie, ma con la sommità all'esterno, consentirà alle imbarcazioni di
attraccare, permettendo cosi alle 5.000 persone previste tra residenti e
visitatori, di entrare e uscire a loro piacimento.
Lo spettacolare
atrio conterrà 75 piani, con gli spazi destinati a ospitare alberghi, spazi
residenziali, commerciali, e un parco marino.
Pensato per vivere al riparo
dall'inquinamento e da catastrofi naturali, come tempeste e terremoti, è in
grado all'occorrenza di immergersi fino a 3.000 metri lungo una gigantesca
struttura a spirale di 15 km, fino al livello dell'Earth
Factory, dove si trova un centro di ricerca in grado di sfruttare le risorse
naturali dei fondali.
La proposta di Shimizu, sviluppata
in collaborazione con l'Agenzia giapponese per la Marine-Earth Science and
Technology, e l'Università di Tokyo, si presenta come un concentrato di
tecnologia.
I primi test computerizzati della futura prima città sommersa,
hanno dato esito positivo.
I microrganismi chiamati "Methanogens",
potrebbero essere utilizzati per convertire l'anidride carbonica, catturata in
superficie, in metano, mentre l'ampia differenza di temperatura e pressione
dell'acqua, nota come energia talassotermica, nel frattempo, potrà essere
utilizzata per generare energia, in aggiunta allo sfruttamento del moto ondoso.
La
forma della sfera è stata scelta per fornire la resistenza adeguata alla grande
pressione esterna dell'acqua. I progettisti pensano di usare una speciale
resina al posto del cemento, e di sfruttare le stampanti 3D su scala
industriale, per creare i vari componenti della struttura elicoidale, e non
solo.
Riguardo alle
visioni futuristiche, termino con una celebre frase dedicata ai più scettici sull'argomento:
"Non penso mai al futuro, arriva così presto!" Albert Einstein
L'architettura galleggiante quindi potrebbe
essere una buona chance per riconciliare l'uomo con la natura, per riuscire a
sopravvivere alle importanti variazioni climatiche; oppure, secondo il parere di molti
( come si potrebbe dar loro torto )
potrebbe anche essere una nuova occasione per l’uomo di riuscire a
distruggere un altro ecosistema.
Bibliografia e Sitografia
- Very Large Floating Structures: Applications,
Research and Development - C.M. Wang, Z.Y. Tay
http://www.futurix.it
http://www.ingegneriasolazzo.it
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