La casa sull'albero ha una lunga tradizione nella
storia dell’ uomo.
Per i nostri antenati costituiva il
naturale rifugio per proteggersi
dagli animali feroci.
I Romani costruivano case sugli alberi per abbellire i giardini delle loro ville.
Nel Rinascimento le case sull'albero
costruite nei giardini delle ville
Medicee, furono fonte di ispirazione
artistica e letteraria mentre nei giardini inglesi
romantici diventa
espressione di libertà formale contrapponendosi allo stile rigoroso dei giardini francesi.
In tempi più
recenti, la casa sull'albero ha rappresentato, nell'immaginario collettivo,
uno spazio avventuroso e divertente
associato al gioco dei bambini.
Oggi questa architettura rappresenta uno stile
di vita, un’occasione per evadere dalla realtà alla ricerca di un’ esperienza alternativa , di un
contatto benefico e rigenerante con la natura.
L’architettura
sugli alberi si può a buon diritto definire naturale e biocompatibile per i
materiali e per le tecniche usate.
Ma anche minimal,
per il design e per la necessaria rinuncia all’eccesso e all’orpello.
L’esperienza
di salire su un albero da ragazzini, per sfida, per cogliere la frutta, per
essere più vicini al cielo, ci accomuna un po’ tutti nei ricordi.
Come mai una
volta diventati adulti, quando la ragione prevale sull’istinto, questa
meravigliosa abitudine quasi sempre si perde?
Spesso si ha la voglia di
recuperare questo contatto verticale con la natura tra le ragioni che stanno
facendo dell’architettura sugli alberi una tendenza.
Queste architetture sono più comuni in
nord Europa e in nord America, dove i bambini hanno spesso il loro privatissimo
rifugio sull'albero nel giardino di casa, a poco a poco le prime realizzazioni
si stanno diffondendo maggiormente anche in Italia, per esempio in Lazio e in
Puglia.
Merito di alcuni pionieri, che a volte collaborano con gli studi
stranieri specializzati in questo tipo di progettazione, come il tedesco
Baumraum, di Brema, dell’architetto Andreas Wenning.
La progettazione
e costruzione di una HomeTree richiedono competenze specifiche; i materiali
devono essere ecompatibili e ovviamente il legno è quello principale, anche
perché la struttura deve essere solida ma leggera e flessibile per seguire i
movimenti dell’albero.
Per questa ragione una delle tecniche utilizzate prende
spunto da quella tipica della costruzione delle barche di legno. Non si usano
viti, bulloni e ancoraggi che possano ferire l’albero. Il progetto deve poi
armonizzarsi bene con l’ambiente (si potrebbe dire che deve essere
elegantemente abbinato con l’albero, o gli alberi, su cui poggia).
Dal punto di
vista storico e antropologico (ma volendo anche religioso) si può affermare che
non c’è nulla di nuovo. Per esempio le popolazione del Borneo continuano tuttora
a vivere su straordinarie costruzioni aeree nella loro giungla.
«Stare sugli
alberi fa parte della storia dell’uomo, ma evidentemente con il progredire
della civiltà ce ne siamo dimenticati», ricorda l’architetto Giampietro
Pitteri. «Ed è stato così per le culture di tutto il mondo. Nel ‘400
Sant’Antonio predicava su un albero, e nello stesso periodo, in Giappone,
veniva edificato sugli alberi un importante monastero buddista».
Oltre
alla nutrizione del più recondito immaginario infantile, una casa sull'albero
non richiede permesso di costruire, in quanto è assimilabile a una struttura
provvisoria.
Le
normative oggi non contemplano una edificabilità sistematica in tal senso, a
differenza per esempio della Germania, o degli Stati Uniti, dove queste case
sono invece normalmente accatastate e godono di tutti gli oneri e gli onori che
loro competono.
Proprio
seguendo questa tendenza, il Trentino Alto Adige sta operando sulla normativa
edilizia al fine di agevolare la costruzione di eco-case e villaggi arboricoli
nei fitti boschi che ricoprono gran parte della regione.
Inoltre, ai piedi delle Dolomiti (nel piccolo
comune di Sagron Mis, poco più di 200 abitanti) verrà presto inaugurato un
laboratorio permanente, immerso tra le latifoglie e le conifere del Parco Naturaledi Paneveggio-Pale di San Martino, dedicato alla ideazione e alla progettazionedi abitazioni sospese tra le fronde degli alberi, sempre nel rispetto del
paesaggio e dell’ambiente naturale circostante.
Come
precedentemente detto, costruire una casa sull’albero ( anche se
strutturalmente semplice ) non è così facile come si potrebbe immaginare. Anche
per il progetto, così come per quanto riguarda la costruzione dobbiamo valutare
delle componenti importantissime.
Per
questo, se state pensando di autocostruirne una vi consiglio prima di visitare
queste pagine.
Vi
farò vedere ora, alcune delle costruzioni UpTree più
incredibili e contestualmente davvero emozionanti e concluderò con la
presentazione di Dom’Up, una casa sull’albero montabile in soli due giorni del
prezzo di 25000 euro.
Progettata
dall’architetto Terunobu Fujimori per il museo Shirakaba Kiyoharu, questa casa sull’albero a Hokuto, in Giappone, è sostenuta da un unico tronco di cipresso
circondato da uno stuolo di alberi di ciliegio.
L’affascinante
casa sull’albero è in realtà una casa da tè giapponese che è stata costruito
appositamente per godersi i fiori di ciliegio in piena fioritura.
Fujimori ha
progettato la struttura con un solo sostegno per essere robusta abbastanza per
essere perfettamente antisismica e anti-intemperie. Anche se l’esterno ricorda
molto una casa delle favole, l’interno è rimasto spoglio e senza arredamenti.
TakashiKobayashi è un famoso progettista di case sugli alberi e la sua ultima
realizzazione è la Kusukusu, una struttura tentacolare costruita intorno a un
imponente albero di canfora di 300 anni di età ad Atami, in Giappone.
Dopo la
sua realizzazione questa casa sull’albero è diventata la più grande di tutta la
nazione, ed è nata dal lavoro di collaborazione tra Kobayashi e Hiroshi
Nakamura di NAP Architects su commissione del Risonare Resort.
Dopo
la scansione 3D di centinaia di punti sull’albero, il team ha creato un
traliccio in acciaio che sfiora i rami dell’albero, ma che praticamente non li
tocca, lasciando crescere in modo del tutto naturale la pianta come se non ci
fosse alcuna struttura soprastante.
La costruzione di questa meraviglia
architettonica è stata completata nel marzo del 2014, e ora gli ospiti del
resort possono salire sulla piccola casa e godere della vista da quelle
altezze.
Dom’Up,
la casa sull’albero progettata dall’arboricoltore Bruno de Grunne e
dall’architetto Nicolas d’Ursel è rispettosa dei boschi, e non lascia traccia
sugli alberi che la sostengono.
La piccola
abitazione sospesa può essere installata in soli due giorni senza la necessità
di una gru e gli agganci sono stati studiati appositamente per essere del tutto
reversibili: una volta smontata la struttura non rimane nessuna traccia né sul
terreno, né sugli alberi.
Inoltre i materiali sono completamente naturali e una
volta dismessa la costruzione può essere completamente riciclata.
La
piattaforma ottagonale di 16 metri quadrati in legno è appesa agli alberi
tramite dei tiranti e la copertura è in tessuto impermeabile.
Concepita come una moderna tenda da campeggio
completamente riciclabile, Dom’up possiede un parapetto metallico e una rete di
sicurezza e in base agli standard europei le corde che sorreggono la struttura
devono essere sostituite ogni cinque anni.
La casa sull’albero
Dom’up riesce a realizzare il piacere di alloggiare a stretto contatto con la
natura, dormendo sotto le stelle in modo sostenibile e completamente
reversibile grazie ai collegamenti che abbracciano i rami invece di agganciarsi
meccanicamente con chiodi o tavole.
"Se pianti un seme che diventa un grande albero,
ci puoi salire e ti sembra un super attico,
vedi si può fare,
costruire per sognare,
per fuggire dagli inverni,
e da lì vedere il mare,
dalla casa sull'albero" Nina Zilli ...
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